Definizione di malattia epatica cronica avanzata compensata (cACLD)
L’uso dell’elastografia nella pratica clinica ha consentito l’identificazione precoce di pazienti con malattia epatica cronica attiva/non trattata a rischio di avere CSPH e, di conseguenza, a rischio di scompenso e morte correlata al fegato.
Il termine “malattia epatica cronica avanzata compensata (cACLD)” è stato proposto per riflettere il continuum di fibrosi grave e cirrosi nei pazienti con malattia epatica cronica in corso. Una definizione pragmatica di cACLD basata sulla misurazione della rigidità epatica (LSM) ha lo scopo di stratificare il rischio di CSPH e scompenso al punto di cura, indipendentemente dallo stadio istologico o dalla capacità dell’LSM di identificare questi stadi.
Attualmente, entrambi i termini “cACLD” e “cirrosi compensata” sono accettabili, ma non intercambiabili.
Criteri per identificare la cACLD
I valori LSM mediante elastografia transitoria (TE) <10 kPa in assenza di altri segni clinici/imaging noti escludono la cACLD; valori compresi tra 10 e 15 kPa sono suggestivi di cACLD; valori >15 kPa sono altamente suggestivi di cACLD.
I pazienti con malattia epatica cronica e un LSM <10 kPa mediante TE hanno un rischio trascurabile a 3 anni (≤1%) di scompenso e morte correlata al fegato.
I pazienti affetti da cACLD dovrebbero essere indirizzati a uno specialista in malattie epatiche per ulteriori accertamenti.
I metodi invasivi (biopsia epatica, HVPG) possono essere utilizzati per ulteriori accertamenti in modo personalizzato presso i centri di riferimento.
Esito e prognosi
L’LSM (indipendentemente dalla tecnica utilizzata per la sua misurazione) contiene informazioni prognostiche nel cACLD, sia all’indagine indice che durante il follow-up.
Una regola di 5 per LSM mediante TE (10-15-20-25 kPa) dovrebbe essere utilizzata per denotare rischi relativi progressivamente più elevati di scompenso e morte correlata al fegato indipendentemente dall’eziologia della malattia epatica cronica.
Come monitorare
I pazienti con valori LSM compresi tra 7 e 10 kPa e danno epatico in corso devono essere monitorati caso per caso per individuare eventuali cambiamenti che indichino la progressione verso cACLD.
Il TE può portare a risultati falsi positivi, pertanto un indice LSM ≥ 10 kPa deve essere ripetuto in condizioni di digiuno non appena possibile o integrato con un marcatore sierico di fibrosi stabilito (fibrosi-4 ≥ 2,67, potenziamento del test di fibrosi epatica ≥ 9,8, FibroTest ≥ 0,58 per malattia epatica virale/correlata all’alcol, FibroTest ≥ 0,48 per malattia epatica grassa non alcolica).
Nei pazienti con cACLD, l’LSM potrebbe essere ripetuto ogni 12 mesi per monitorare i cambiamenti.
Una diminuzione clinicamente significativa dell’LSM, associata a un rischio sostanzialmente ridotto di scompenso e morte correlata al fegato, può essere definita come una diminuzione dell’LSM ≥20% associata a LSM <20 kPa o qualsiasi diminuzione fino a un LSM <10 kPa.
Referenze:
Corrigendum to ‘Baveno VII – Renewing consensus in portal hypertension’ [J Hepatol (2022) 959-974] Journal of Hepatology, Vol. 77, Issue 2